La nostra storia: come 30 anni di pesca hanno dato vita a un'idea rivoluzionaria.
E se per 30 anni avessimo iniziato dalla parte sbagliata?
Mi chiamo Valentino D'Intino e ho 46 anni. Da quando ne avevo 12, la mia vita ruota attorno a una canna da pesca. Ma la più grande scoperta che ho fatto in oltre trent'anni passati sulle rive non riguarda un'esca segreta, una montatura infallibile o un pesce da record. Riguarda un errore. Un errore fondamentale che quasi tutti noi, me compreso, abbiamo commesso e che continua a costare tempo, soldi e, peggio ancora, passione.
Questa non è la solita pagina "Chi Siamo". Questa è la storia di come ho capito quell'errore e di come ho costruito Carpela non solo per venderle, la minuteria, ma per offrire la soluzione. Una soluzione che non parte da cosa metti nel carrello, ma da una domanda molto più importante "Chi sei tu?".
C'eravamo noi, e il resto del mondo
Per capire la filosofia di Carpela, dobbiamo tornare indietro di quasi trent'anni. All'alba del carpfishing in Italia.
In quel periodo, potevi riconoscere subito un carpista. E non per come teneva la canna. Eravamo quelli vestiti di verde militare, quelli in mimetica. Il resto del mondo della pesca era..."normale". Anzi, i garisti erano addirittura sgargianti: chi non si ricorda il Rosso diMilo o il Giallo di Tubertini?
Per questo nostro look, diciamocelo, eravamo un po' derisi. Ci prendevano per degli esaltati, dei "paramilitari" da riva del fiume. E forse, in fondo, un po' lo eravamo. Stavamo provando"per primi" in Italia qualcosa che non si era mai visto prima. Un approccio alla pesca radicalmente diverso, anche se rivolto a unapreda "classica" come la carpa.
Tutte queste novità, essendo di origine anglosassone, arrivavano con un ostacolo enorme: la lingua. Non esisteva Google Translate. Per tradurre un articolo di una rivista inglese con il dizionario ci volevano ore, a volte giorni. E alla fine, spesso, si andava a tentativi. Penso alle tigernuts... quante ne abbiamo bruciate o preparate male prima di capire ilprocedimento corretto?
Quelle difficoltà, quelle ore passate a decifrare un testo, quelle sessioni a vuoto provando tecniche sconosciute, sono state la mia gavetta. Hanno forgiato una conoscenza che non si impara sui libri, ma si conquista sul campo, errore dopo errore. È questo il DNA della mia esperienza: la fatica di un pioniere che ha aperto una strada quando ancora nonc'erano mappe.
Il miraggio del "Consiglio Perfetto"
Poi, finalmente, sono arrivate le prime riviste di settore italiane, i manuali, i libri. Sembrava la soluzione a tutti i nostri problemi. Ma avevano tutti, con sporadiche eccezioni, lo stesso identico format: "Come si pesca in cava", "Come si pesca in canale", "Come si pesca nel grande fiume".
Benissimo! Io, che volevo catturare le carpe nel fiume Pescara, qui vicino a casa, leggevo con avidità l'articolo sulla pesca in fiume. Trovavo consigli fantastici... per il fiume Po. Ora, con tutto il rispetto per il Grande Fiume... il Pescara è largo 20 metri, il Po in certi punti 300 metri. Capite bene che non è proprio la stessa cosa.
E qui nasceva il problema. Una frustrazione nuova e più sottile. Da un lato avevi finalmente delle informazioni, ma dall'altro dovevi avere la fortuna sfacciata di pescare in un ambiente identico a quello descritto nell'articolo.
Affidarsi ciecamente a un testo così generico aveva due conseguenze disastrose, che ogni pescatore ha provato sulla propria pelle almeno una volta:
1. Le aspettative venivano distrutte. Le carpe del Po non sono le stesse del Pescara, né per numero né per taglia. Potevi impegnarti quanto volevi, ma i risultati non sarebbero mai stati quelli della rivista. E la frustrazione saliva.
2. Si sbagliava completamente l'attrezzatura. Esche, terminali, canne, mulinelli... tutto era pensato per un ambiente che non era il tuo.
E quando sbagli gli attrezzi, quando le aspettative vengono deluse e non catturi nulla... il rischio più grande è uno solo: abbandonare la pesca. Mollare tutto.
Oggi, pensateci, non è cambiato molto. Un video “How To” su YouTube non è altro che l'articolo di giornale degli anni '90, ma su un supporto digitale. Il problema della decontestualizzazione rimane identico. Vediamo un "guru" pescare in un lago privato pieno di pesce e pensiamo che la sua tecnica e la sua attrezzatura funzioneranno magicamente anche nella nostra difficile cava pubblica. Non è così. E la frustrazione è la stessa di 30 anni fa.
"Non esistono terre troppo lontane per chi ha il cuore di un guerriero.
Combatti ogni battaglia con coraggio e reclama la tua gloria."
L'illuminazione: ribaltare il processo
Negli anni che ho passato dietro al bancone di un negozio di pesca e a formare nuovi carpisti, ho visto questa storia ripetersi centinaia di volte. Ragazzi appassionati che arrivavano con le idee confuse, carichi di speranze e di attrezzatura sbagliata. Li vedevo tornare delusi, pronti a svendere tutto.
È stato osservando questo "circolo vizioso" che ho avuto l'illuminazione. Ho capito che dovevamo ribaltare completamente il processo.
La routine di un pescatore, ancora oggi, è quasi sempre questa: comprare l'attrezzatura e poi decidere dove e come usarla. È un approccio destinato al fallimento.
Per questo ho sviluppato un metodo diverso, che insegno da anni. Un metodo che ho chiamato "sartoriale", perché cuce l'esperienza di pesca addosso alla persona, come un abito su misura.
Il Metodo Sartoriale si basa su tre pilastri, in un ordine non negoziabile:
1. Si parte da te. La prima domanda non è mai "cosa vuoi comprare?". È "chi sei?".
Qual è il tuo lavoro? Hai famiglia? Quanto tempo libero hai a settimana? Un'ora?
Un giorno intero? Un weekend al mese? Le tue risposte sono il fondamento di tutto.
2. Si sceglie l'acqua giusta per te. In base al tuo stile di vita, individuiamo gli ambienti da frequentare. Ambienti compatibili, realistici, che possano darti soddisfazioni nel tempoche hai a disposizione. È inutile sognare la sessione di una settimana in un grande lago se hai solo il sabato pomeriggio libero. Troveremo la cava o il canale perfetto per quelle ore.
3. Solo alla fine, l'attrezzatura perfetta. Quando abbiamo definito la persona e il
luogo, il cerchio si stringe su poca e specifica attrezzatura. Quella che serve davvero. Non esiste la canna "per farci un po' di tutto", perché alla fine non ci fai bene nulla. Esiste la canna perfetta per te, in quello spot, per raggiungere i tuoiobiettivi.
Questo approccio trasforma radicalmente l'esperienza, come dimostra questa tabella.
Carpela oggi: non un negozio, ma una promessa
Carpela è la naturale evoluzione di questa filosofia. Non è un semplice e-commerce conmigliaia di prodotti. Sarebbe un controsenso.
Carpela è la messa in pratica di una promessa: quella di non lasciarti mai solo di fronte a un catalogo.
Come ci riusciamo?
Una selezione mirata: La minuteria e i prodotti che trovi su questo sito non sonoscelti a caso. Sono il risultato di 30 anni di test, fallimenti e successi. È un arsenale curato, un "toolkit" di soluzioni che io stesso uso e di cui garantisco l'efficacia, ma solo se inserite nel contesto giusto.
Una rete di esperti sul territorio: Ho capito presto che non potevo conoscere ogni singola acqua d'Italia come conosco le mie. Per questo ho creato una rete di carpisti esperti, veri e propri "ambasciatori del metodo sartoriale" nelle loro zone.
Chi vuole affrontare, per esempio, le acque del Lazio, della Lombardia o della Sicilia, sa di poter contare su un referente locale che metterà a sua disposizione lasua conoscenza per una scelta perfetta.
Un servizio di vendita alla “Jeff Bezos”: Ovviamente Jeff, il proprietario di Amazon, è ineguagliabile, ma di ispirazione. Abbiamo i nostri prodotti stoccati in un magazzino tecnologico in un punto strategico d’Italia, che si avvale di potenti mezzi tecnologici, compreso l’Intelligenza Artificiale per la selezione dei corrieri. Vogliamo, nel limite del possibile, uguagliare il servizio impeccabile di Amazon per rendere più che soddisfacente e piacevole qualcosa di fastidioso e antipatico come l’attesa estenuante della ricezione del pacco. Ci riusciremo? A differenza di Amazon non abbiamo la gestione diretta dei corrieri, ma i nostri clienti ci hanno già premiato con molti feedback positivi, a testimonianza del fatto che l’impegno è tanto.
Abbiamo trasformato la mia esperienza personale, un tempo solitaria, in un'intelligenza collettiva al servizio di una comunità. Non stai comprando solo un prodotto, staiaccedendo a un sistema di conoscenza pensato per garantirti il successo.
La tua avventura non inizia con un carrello, ma con una conversazione
L'era dei pionieri solitari, costretti a imparare a proprie spese, è finita. Oggi, con una guida esperta e il supporto di una comunità, il percorso per diventare un pescatore soddisfatto è più facile, più veloce e, soprattutto, molto più divertente.
Se sei arrivato a leggere fin qui, significa che anche tu credi che ci sia un modo migliore di vivere la nostra passione. Un modo più intelligente, più strategico e più umano.
Non avventurarti da solo. Accetta l';aiuto di chi ha già percorso la tua strada.
Il tuo prossimo passo non è aggiungere un prodotto al carrello. È iniziare a raccontarci la tua storia.
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